“INCIDERE”
DENTRO ALLE COSE, DENTRO ALLA VITA…
IL “MIO”
VESPIGNANI (Prima Parte)
Ho scoperto la figura di Renzo
Vespignani quando ero ancora una bambina tra gli otto e i dieci anni. Per questo devo ringraziare mia madre che per un certo periodo della sua vita ha lavorato all'interno di una galleria d'arte a Catania come venditrice. Mia madre mi portava spesso con sé , ed io ho imparato a
respirare Arte e Artisti, a conoscere i
“Mercati d’Arte” e gli Artisti Contemporanei più quotati .
Devo ammettere che forse è anche grazie a Vespignani che è cominciata la mia passione
sfrenata per l’Arte, in generale, e per il Disegno, in modo particolare . Infatti quello che mi ha sempre colpito ed affascinato
dell’Opera di Vespignani è la Forza Espressiva
del suo Disegno .Il Disegno ha sempre avuto per me un posto di riguardo
rispetto a tutte le altre Tecniche Artistiche, ed è per questo che Vespignani
ha rappresentato, e continua a rappresentare, un mio sentito “Punto di Riferimento” . Ha posto le basi di molti miei lavori, mi ha ispirato, invogliato a parlare di me, del mio mondo avvalendomi degli "Strumenti Artistici".
Guardare al suo operato mi “Aiuta” a superare le
incertezze, le paure, mi sprona a lavorare anche quando vorrei strappare tutto
o “lasciar perdere”; lo considero un “Maestro”, nonostante non l’abbia mai
conosciuto di persona : è la sua Arte che mi parla continuamente di lui, del
suo Mondo, delle sue Paure, delle sue Insicurezze del suo Sentire Profondo .
Protagonista dell’opera di Vespignani è sempre la Periferia
simbolo della “Sua” vita “pulsante ed infetta” . Attraverso i suoi Disegni e i suoi Quadri, Vespignani
racchiude la vita in un “Puntiglioso Verismo´: si tratta di opere nelle quali egli ha
“impastato” in maniera quasi Ossessionante
gli elementi di una verità a cui egli guardò, con lo scorrere degli anni, in maniera sempre più Obiettiva. Per questo motivo viene spesso definito un Artista appartenente alla corrente del "Neorealismo".
Personalmente credo sia riduttivo dare a Vespignani tale appellativo. Guttuso è da considerarsi l’esempio del pittore “Realista” , poiché preminente fu nel suo operato artistico la Contestualizzazione
Politica . Vespignani, invece, ci parla della “sua” Realtà cercando,
essenzialmente di Indagare l’Intimo dell’Uomo .
E propriodi questa "Sua" Vita, Vespignai, registra sia le Durezze che le Sofferenze.
Nonostante il suo “occhio”
e la sua “mano” contribuiscano a
rappresentare le atrocità del Mondo, egli riesce comunque a comunicare il suo Attaccamento alla Vita .
Ed è proprio questo che lo rende grande : il Sentimento!
Vespignani cominciò a Disegnare e ad Incidere nel 1943, e cominciò proprio dalla rappresentazione
della Borgata Romana ove era nato ed ove viveva, ridotta ad cumulo di macerie
dai bombardamenti : ne ha seguito l’evoluzione durante tutta la vita, dando
forma al Dolore, alla Violenza al Vizio . Egli ha dichiarato in un intervista d’appartenere a quella “Generazione che ha visto Morti Ammazzati, intorno a sé, in
modo <<Massiccio>>” .
Alla giovane età di diciotto anni “esplode” furiosamente
con una serie di disegni ove racconta gli Orrori della Guerra e dei conflitti
Nazisti . E’ proprio in queste prime Opere che si può notare la sua
voglia di Disegnare, di Comunicare e la Forza Espressiva di un “tratto
giovanile” con cui “fare, creare ed esprimersi” . Senza paure, incessantemente, instancabilmente egli ci ha
mostrato il “Suo” Mondo ; questo suo “coraggio”
è visibile, ad esempio, nell’Acquaforte che
realizzò nel 1944 dal titolo : “Vittime del 15
Febbraio” .
In quest’Opera si comprende tutto di Vespignani, ancora
ragazzo : i suoi occhi venivano continuamente colpiti, feriti, crucciati da
questa “Brutalità”, da quest’Orrore Quotidiano creato dalla Guerra e dal
dominio Nazista . Vespignani reagiva a tutto questo utilizzando la sua Mente, la sua Intelligenza,
il suo Cuore e le sue Mani per Creare
materialmente sulla carta, sulla lastra o sul dipinto una “Denuncia” .
Quest’Acquaforte esprime la Tristezza e la Crudeltà di
quella Realtà, di quel Contesto Sociale in cui un giovane era costretto a dover
sopravvivere ed a “stringere i denti” .
Non avendolo vissuto in prima persona, il “Guardare” alle opere di Vespignani è un modo per
Capire, o meglio per cercare di Capire, quant’è stata Crudele, Difficile e
Straziante la vita in quegli anni di Guerre : a mio parere sarebbe importante
che, nel Contesto Storico Contemporaneo, vi fosse un Artista capace di
esprimere gli Orrori della “Nostra” Società con questa stessa Forza d’Espressione . Avere una persona che, come
ha fatto Vespignani, ti porti a “Guardare alle Cose
e nelle Cose” .
Quando penso ai lavori di Vespignani, soprattutto quelli
dei primi anni, lo immagino come un ragazzo dagli occhi grandi, spalancati,
simili a quelli di un Bambino che Guarda Stupito Cercando di Capire
. Forse l’unico modo che ha avuto di potersi ribellare a
tutte le ingiustizie passate durante il periodo
della Guerra fu proprio quello di cominciare a Disegnare .
Ma l’Arte di Vespignani non è semplicemente lo “Sfogo di un Adolescente” : essa è puro Sentimento
tracciato, inchiostrato, dipinto, inciso . Sul termine “Inciso” ho
sempre voluto fare una precisazione personale : non si tratta, secondo me, solo
di un termine che sta ad indicare la Tecnica ma è
l’emblema della Forza Espressiva, del Sentimento, della Passione, della
Contestazione Personale agli Orrori del
Mondo…e nel caso specifico di Vespignani è, per tali motivi, l’Emblema della sua Arte
! Egli secondo me “Incide” l’Animo Umano .
Vespignani Incide e Taglia per mostrarci quello che si trova “Dentro´: Dentro la Realtà delle Cose…e in questo modo ci fa “Ritrovare”
la Vita !
Egli ha scovato i “Mali
incurabili”, i Tumori Neri e sanguinolenti di un’intera Società ma nel
contempo si è anche “Preso Cura” di quel Bello, di quel Buono,
di ciò che di Positivo c’era da vivere
allora . Per capire questo concetto basta guardare all’Acquaforte con Vernice
Molle che realizzò intorno al 1981 : “Ponte
dell’Industria” . In terzo piano, come sfondo, ha rappresentato una Città : la lontananza, unita a toni molto sfumati,
la rende evanescente, quasi si trattasse d’una “Città
Fantasma” . Ecco rappresentata in quest’Acquaforte la Città della sua Infanzia
priva di struttura, di sostegni, di solidità a causa della Guerra in corso .
Sovrasta la città un ponte nero , che richiama a sé
emozioni di desolazione . In primo piano, lontani da questo sfondo di “Città Fantasma”, di “Ponti
Senza Confini” e senza mete conosciute, si stagliano delle piante, dei fiori,
delle foglie . Vespignani ci parla di una “Nuova
Vita” al di fuori del Contesto Cittadino, Suburbano, Industriale,
ricordandoci della presenza di altre Piccole Cose,
forse più significative ed importanti .
L’artista, superati i primi moti di Ripugnanza, raggiunge lo Stupore,
la Meraviglia, quasi l’Incanto per la Vita. Vespignani Taglia ed Incide con l’Obiettività, con la Fermezza, con la
Forza, con la Precisione, con il Raziocinio di un Chirurgo
ma occorre anche precisare che oltre questo ci mette anche la Passione e, sopra ogni cosa, la “Speranza”…
Ed eccoci giunti al nodo cruciale della questione, a ciò
che rende il nostro “Eclettico” personaggio un vero Artista : “la Speranza”
.
La Speranza (intesa
come voglia di parlare di se stesso e
del mondo che lo circonda, celata tra le pieghe degli Orrori Quotidiani , delle
Ossessioni, delle Paure Future) è portatrice di quella voglia di Riscatto, di Rivalsa,
di Cambiamento o meglio di Denuncia che porta ad un Cambiamento
.